«Non v’è Vocazione di Matteo senza che il raggio, assieme col Cristo, entri dalla porta socchiusa e ferisca quel turpe spettacolo dei giocatori d’azzardo.
In effetto Caravaggio stagliò questa sua “descrizione di luce”, questo poetico “fotogramma”, quando l’attimo di cronaca gli parve emergere, non dico con un rilievo, ma con uno spicco, con un’evidenza così memorabile, invariabile, monumentale, come dopo Masaccio non s’era più visto»
Roberto Longhi